La Fondazione Aldo Morelato costituisce un investimento in cultura e ricerca che trova due ordini di motivazioni.
Il primo è interno alla famiglia Morelato che lo sente come un dovuto omaggio al fondatore dell’azienda.
Trova il presupposto in un assioma: “Impresa vuol dire Cultura”.
Ogni impresa rispecchia un modello culturale di pensiero e di azioni produttive, di ricerca e di tecnologie. Nel tempo questo modello si concretizza in documenti, testimonianze e prodotti che rendono unica e distintiva la storia aziendale. Da qui l’esigenza per l’impresa di non disperdere, ma anzi valorizzare, diffondere e approfondire il proprio modello storico, la propria filosofia produttiva che in buona parte la Morelato deve al suo fondatore.
Il secondo ordine di motivazioni risiede nella stessa filosofia aziendale della Morelato, nel proprio modo di essere azienda. Una filosofia basata sull’idea che cultura e sviluppo economico siano concetti non solo conciliabili, ma capaci di entrare in un rapporto sinergico che possa accrescere la competitività dell’impresa. Questa convinzione, da sempre ben presente, diventa ancor più importante in un momento come quello attuale in cui per contrastare gli effetti della globalizzazione occorre approfondire i propri legami con il territorio attraverso il recupero della propria storia, della propria identità culturale.
Una filosofia i cui risvolti sociali sono ben espressi in un concetto promosso dal Consiglio d’Europa (Trattato di Berlino, 1984): non c’è sviluppo senza crescita culturale. Secondo il principio di “cultural development” o di “cultural aims of development” la cultura è la finalità, non un aspetto, dello sviluppo; in altre parole, lo scopo ultimo dello sviluppo è di permettere ai cittadini di vivere
ad un più alto livello di qualità culturale.
L’azienda Morelato si fa carico di questo, accettando dunque un ruolo nella società oltre che nel mercato e partecipando alla crescita sociale e culturale del territorio e della sua comunità.